Mai come nel 2024 si ha notizia di avvistamenti più o meno intensi di aurore boreali dalle alpi e fin alla Sicilia in un numero elevato che non trova memoria nel passato. Anzi, andando indietro nel tempo si hanno tracce del novembre 2003 dove i cieli rossi apparvero sopra Cortina. Poi bisogna tornare ancora più indietro alla metà del secolo scorso.
Prima di dare una risposta a questa domanda e rischiare di dar soddisfazione ai sostenitori della causa solare al riscaldamento globale è necessario fare delle premesse:
L’attività solare non è sempre uguale, ma varia in continuazione, varia di giorno in giorno, mese in mese e così via in maniera più o meno caotica… attualmente l’unica variazione ripetitiva osservata è il famoso ciclo undecennale che alterna periodi senza macchie solari a periodi con un numero cospicuo e che dura appunto 11 anni circa.
Senza entrare nello specifico, al momento ci serve sapere solo che, più macchie solari e più possibilità di aurore intense.
Ecco, così in maniera sintetica.
Attualmente (fine 2024) la NASA ha annunciato che siamo entrati nel massimo del ciclo solare 25 (25esimo dal 1750, data di inizio delle osservazioni) Questo ciclo solare, un po’ a sorpresa, risulta essere più attivo del precedente (24) che interrompe un trend di decrescita iniziato negli anni 50-60. In controtendenza rispetto al precedente, ma comunque di intensità medio bassa rispetto al trend passato.
La risposta nella realtà è molto più “terrestre” rispetto a quello che ci si possa immaginare. Partiamo come esempio dal 2003, nel pieno del penultimo ciclo solare (23); ci sono stati ben 20 flare di classe X di cui 3 di categoria X10 o superiore, arrivando fino al flare del 4 novembre 2003 classificato X28 (o ipotizzato fino a X40) di potenza incredibile, ma che fortunatamente produsse solo estese aurore boreali non colpendo direttamente la Terra.
Così come ancora nel 2001 altri episodi di elevata intensità, o nel 1989 dove di riportano addirittura danni alla rete di distribuzione elettrica in Canada.
Eppure, “a memoria umana” ci si ricorda solo delle tempeste di Halloween del 2003 con l'aurora visibile da Cortina e poco altro.
La risposta è assolutamente banale, le aurore c’erano, ma non lo sapevamo.
Nel 2003 Internet stava iniziando a prendere piede, non c’erano ancora i social e in Italia non aveva ancora un pesante impatto sulla diffusione delle notizie così capillari.
In oltre le webcam erano molto meno sensibili e di notte non erano in grado di visualizzare le immagini nitide come siamo abituati oggi, quindi molti episodi sono semplicemente passati inosservati.
Aggiungiamo anche che il fenomeno delle aurore era molto meno noto, culturalmente erano fenomeni per cui “si sapeva che esistono”, ma che i più ignoravano o non avevano minimamente idea di cosa fossero.
In ultimo anche il discorso multimedialità, oggi tutti abbiamo uno smartphone e molti modelli sono benissimo in grado di fotografare le aurore, nel 2003 la fotografia digitale si stava diffondendo, ma ancora non così tanto da essere alla portata di milioni di persone e anche a fronte di un episodio, la possibilità tecnica di fotografarlo era a disposizione di molte meno persone.
Concludendo, no, il Sole non ci sta friggendo o comunque non lo sta facendo più degli ultimi migliaia o milioni di anni, le stiamo solo notando di più