Il Kaldidalur è la "terza via", ovvero la terza strada che attraversa da Nord a Sud l'Islanda. È la più breve e semplice dopo la F26 Sprengisandur e la F35 Kjölur, in ogni caso seppur il tratto sterrato lungo solo 40 Km non va sottovalutato, in breve si sale da meno di 200 metri fino a 720 metri per poi proseguire nel brullo altopiano.
Il giro proposto permette di attraversare svariati ambienti, dalle coltivazioni della valle del fiume Hvítá, con in fondo delle belle cascate, all'altopiano brullo per terminare tra laghi e le più celebri zone d'Islanda volendo per proseguire sul Golden Circle
Da Borgarnes si scende verso Sud sulla Ringroad, attraversando il ponte sul Borgarfjörður, questo tratto è abbastanza trafficato, ma per una buona parte ha delle corsie ciclabili laterali (tranne che sul ponte vero e proprio). Spesso è molto ventoso e va mantenuta una certa cautela.
Passato il ponte si prende sulla sinistra al strada 50. Il traffico diminuisce decisamente e si pedala bene. Come sempre il percorso è costellato di contini saliscendi anche ripidi, ma sempre tratti brevi non essendoci una vera e propria salita.
dopo circa 35 Km si passa da Fossatún, un campeggio con un curioso villaggio di Elfi, dove si può anche provare l'ebbrezza di dormire in un bungalow-botte. più avanti si passa da Kleppjárnsreykir dove anche qua è presente un campeggio, proseguendo sulla 518 si supera il Paese di Reykholt con la sua caratteristica chiesa (attenzione a non confonderlo con l'omonimo nel Golden Circle). L'ambiente diventa più selvaggio e la strada inizia a salire, una ventina di Km dopo nei pressi di uno strappo si giunge alle cascata di Hraunfossar e Barnafoss che meritano sicuramente una sosta.
Qua il fiume Hvítá in epoche remote è stato invaso da una colata lavica che ne ha modificato il percorso e sepolto una parte. Il risultato visibile è un tratto dove sul latto opposto sgorgano una lunga sequenza di cascate assai suggestive. Poco sopra (raggiungibile brevemente con sentieri segnalati) è Barnafoss, un salto d'acqua incastonato tra la lava che passa sotto un arco roccioso. Questa cascata ha il nome di "cascata dei bambini" dove una leggenda locale (o chi dice sia accaduto veramente) narra che vi morirono dei bambini tentando di attraversarlo.
Passata la cascata si prosegue per 6 Km inizialmente in salita, per poi raggiungere un bellissimo bosco dove è posto il campeggio.
Dal campeggio si prosegue brevemente per la 518 fino ad un bivio sulla destra dove inizia la 550 abbandonando l'asfalto.
Dopo un breve tratto nel fondovalle si incontra un punto dove il torrente Geitá si incunea nel basalto con un solco a mezzaluna, poi ci si immette nella valle che inizia a portare verso il passo.
La salita è regolare con qualche breve strappo più ripido (uno in particolare dovrebbe arrivare al 10%). Lasciata la deviazione per Klaki dove c'è una grotta artificiale nel ghiaccio, ci si immette ora in una sorta di "corridoio" posto tra il grande ghiacciaio del Langjökull e il piccolo monte Ok. Questo monte, il cui cono è ben visibile fin da poco dopo Borgarnes è diventato celebre per il triste primato di aver perso recentemente lo stato di ghiacciaio. Sulla sommità il Okjokull è stato declassato a glacionevaio facendone il primo ghiacciaio perso in islanda nell'era storica.
Lasciato il triste episodio si raggiunge il punto più alto, posto a 720 metri. Qua a causa della posizione abbastanza chiusa è possibile trovare neve anche a fine stagione dando la sensazione di essere molto più in alto del reale (anche se in Islanda 700 metri è una quota di tutto rispetto).
Il paesaggio ora si apre mostrando il vasto altopiano. La strada prosegue ora alternando tratti pianeggianti a tratti in discesa.
Dopo 40 chilometri si trova il rifugio Kaldidalur, un ricovero di emergenza posto a circa 400 metri di quota alla confluenza tra la 550, la F338 e la 52. Quest'ultima si segue verso Sud, diventando asfaltata. Il tratto che segue è piacevolissimo, una strada inaspettatamente larga e scorrevole, ma con un traffico nullo. Verso la fine si incontra sulla sinistra un piccolo lago e una breve salita per passare un colletto con uno scenario veramente splendido. Rimane ancora un tratto di discesa tra gli arbusti per arrivare sulla strada 36 proprio nei pressi del campeggio
Questa tappa, come in altre situazioni è scelta come il percorso più spiccio per rientrare sulla Ringroad evitando il traffino. Altre possibilità sono la strada 36 verso Reykjavik che però è abbastanza trafficata, oppure la 365 e successiva 37 verso il Golden Circle (anche queste un po' trafficate, ma come quasi tutte della zona).
Volendo invece andare verso Sud, la la strada 36 direzione Selfoss è la meno trafficata. Costeggia inizialmente tutto il Þingvallavatn tenendosi a distanza per poi puntare alla strada 35 e poi a Selfoss. Non ci sono particolari salite, così come la discesa è abbastanza regolare fino alla pianura