Descrivere in una sola pagina il percorso da Skaftafell a Höfn è quasi impossibile, probabilmente insieme al Golden Circle è il tratto d'islanda più ricco di "ooooh" che ci sia. Molti luoghi noti, altri da scoprire.
Si viaggia sempre alle pendici del Vatnajökull che ne caratterizza quasi completamente il paesaggio rimanendo costantemente sospesi tra il ghiaccio ed il mare. In questo tratto la strada è obbligata, esiste solo la Ringroad, non c'è spazio per altre strade e questo purtroppo costringe a condividere la strada con il traffico, ma la bellezza del luogo ne ricompensa di tanto in tanto il disagio che comporta.
Questo tratto di strada lo si può considerare come l'avvicinamento alla zona. Si percorrono grandi distese formate dai detriti portati dai fiumi durante le frequenti alluvioni di origine vulcaniche. Si dtratta delle Jökulhlaup, un fenomeno islandese, il cui nome ha varcato i confini dell'isola per diventare di uso comune nel settore. Tipicamente, soprattutto in queste zone, ha origine sotto la grandissima calotta glaciale dove avvengono continue manifestazioni geotermiche se non addirittura vere e proprie eruzioni subglaciali. Queste manifestazioni fondono il ghiaccio con un ritmo più o meno intenso che può creare vere e proprie alluvioni. Spesso si formano laghi subglaciali che per il continuo mutamento delle condizioni possono collassare generando ondata catastrofiche.
Viaggiando lungo questa strada lo si potrà ben notare attraversando lo Skeiðarársandur , la vasta pianura sabbiosa alluvionale (sandur) da cui emergono ancora i resti contorti di un vecchio ponte.
Seppur questo tratto, a livello di strada può considerarsi abbastanza noioso (ma è apprezzabile la quasi totale assenza di salite), non lo è certo il panorama con i ghiacciai che si avvicinano mano a mano mostrando tutta la loro imponenza. Questo tratto, di circa 70 km ci porterà a Skaftafell che è la porta d'accesso per questo mondo; nonché una zona escursionisticamente molto ricca.
Di Skaftafell, la prima cosa che colpirà è l'immenso parcheggio, apparendetemente senza motivo. Per scoprire i segreti di questo luogo si potrà partire da una mappa. E la mappa sentenzierà una cosa sola, bisogna camminare!
I luoghi non sono a portata di mano come in altre parti dell'Islanda, ma questo non necessariamente è uno svantaggio. Soprattutto se come me si arriva su due ruote, il cambio di attività fisica è un piacevole diversivo dopo tanti km a spingere sui pedali.
Il primo luogo per notorietà è Svartifoss, una cascata di modeste dimensioni, ma che si tuffa da una parete strapiombante di basalto rendendola una delle cascate più riconoscibili dell'isola. Si raggiunge facilmente in circa 30 min di sentiero ed è una tappa che non va assolutamente tralasciata.
Per i più appassionati dell'escursionismo la cascata potrebbe anche essere solo un passaggio (meglio al ritorno) per un più impegnativa salita al Kristinatindur, una cima di 1100 metri dall'aspetto dell'alta montagna con l'ultimo tratto che non lascia nulla ai 3000 metri alpini, se non l'incredibile colpo d'occhio dei ghiacciai che si perdono contro l'oceano all'orizzonte. L'ascensione è riservata ad escursionisti esperti e richiede una giornata intera (con possibili varianti per ridurne la difficoltà e la lunghezza).
Rimanendo nei pressi di Skaftafell si trovano due tra le più note lagune glaciali della zona, la prima dell'omonimo ghiacciaio si raggiunge direttamente dal parcheggio (Skaftafellsjökull). La successiva e più famosa è prodotta dal ghiacciaio di Svinafellsjökull che va a morire dentro una piccola laguna. Ci sono due accessi per poterlo ammirare, il più consigliato è il primo che si incontra sulla rignroad 800 metri dopo il bivio per Skaftafell. Con una deviazione di 2,5 km si arriva in un punto d'osservazione laterale in cui su può ammirare benissimo la lingua glaciale. Volendo è possibile camminare per un breve tratto risalendo la morena verso monte con scorci ancor più sugestivi.
Proseguendo la pedalata verso Est una breve tappa può essere fatta presso la piccola chiesa di Hof, evidente testimonanza di un'architettura caratterizzata dai tetti in erba e con un cursioso cimitero annesso sempre ricoperto di erba.
A questo punto si inizia ad aggirare i contrafforti glaciali che scendono dal Hvannadalshnúkur, la vetta più alta d'Islanda e che fin da Skaftafell ci domina con le sue numerosissime linghe glaciali e lagune.
Questo tratto è spesso molto ventoso e bisogna far molta attenzione per il traffico che non è sostenuto come nei pressi della capitale, ma è comunque presente.
Una prima laguna la si intravede solo, ma ben visibile è la sua morena che appare come un muraglione. Circa 6 chilometri dopo la laguna si nota una strada sulla destra, sterrata, che volendo porta all'inizio del sentiero per Mulagljufur (2 km), un canyon in cue precipitano due cascate. Questo luogo, che originariamente era considerato "segreto" oggi è diventato una meta quasi classica.
A circa 44 chilometri da Skaftafell e 3 chilometri dal bivio per Mulagljufur, con una breve variante sempre sulla sinistra si può raggiungere Fjallsárlón, la prima delle due più celebri lagune e anch'essa impreziosita da blocchi di ghiaccio che si staccano dalla non lontana fronte del ghiacciaio. Più piccola della successiva e famosissima Jökulsárlón, questa laguna permette di ammirare però più da vicino la fronte del ghiacciaio che si tuffa nelle acque del lago.
Mancano ormai solo 10 km dalla regina delle lagune glaciali, Jökulsárlón, le cui dimensioni surclassano nettamente le precedenti. La fronte del ghiacciaio è lontana (e lo sarà sempre di più di anno in anno), ma gli enormi blocchi di ghiaccio che rilascia in continuazione navigano per tutta la laguna fino ad incastrarsi nel breve canale di acqua che la separa dal mare regalando uno spettacolo magnifico. Il colpo d'occhio è notevole, già da distanza si possono vedere le cime degli iceberg emergere dai dossi morenici, per poi diventare via via più grandi mostrandone la reale dimensione. La laguna si raggiunge appena passato il ponte metallico sulla sinistra, purtroppo l'affollamento è notevole... ma d'altronde è uno dei luoghi più iconici d'Idlanda.
Qua fa una fermata anche l'autobus della Straeto.
Ma non è finita! Perchè dopo aver visto per bene i grandi iceberg, sarà quasi d'obbligo attraversare la strada e recarsi sulla bellissima Breiðamerkursandur - Fellsfjara, detta anche Diamond Beach. Una spiaggia nerissima costellata dai blocchi di ghiaccio che al loro ultimo stadio del lunghissimo viaggio dalla cime del ghiacciaio, vengono ributtati a riva dalle onde creando un contrasto spettacolare.
ancora un ultimo sforzo e si giungerà al Gerði, fine di questa intensissima tappa.
La tappa prosegue sulla strada senza grossi dislivelli tralasciando le numerose lingue glaciali fino al punto (dopo circa 60 km) dove la strada svolta decisamente a destra nella località Hoffel. Qua, si potrà puntare direttamente verso Höfn , oppure fare una deviazione sia per andare a visitare l'ultima laguna glaciale (circa 7 km di cui metà sterrati), oppure potrebbe risultare interessante una pausa rigenerante presso gli Hoffell Hot Tubs, tre vasche di acqua geotermale seminaturali.
15 chilometri ancora e finalmente si lascia la ringroad per percorrere la penisola posta all'interno di una grande laguna fino all'abitato di Höfn, centro principale di tutta la costa Sud-Est dell'isola. Il campeggio è posto sulla strada principale ed il paese è un ottimo posto tappa per i rifornimenti e la eventuale prosecuzione del viaggio.
Höfn è anche capolinea della linea 51 Straeto per Reykjavik.