Cosa accadde in tempi passati nei pressi del lago Myvatn lo si può solo immaginare. Una poderosa colata vulcanica trovatasi improvvisamente a contatto con una grande massa d'acqua. Gli effetti hanno plasmato quella che è adesso la piana che ospita il lago Myvatn.
A pieno diritto, per gli standard islandesi, Akureyri può essere considerata una città, seconda come dimensioni dopo Reykjavik, è il centro principale del Nord e che possiede un aeroporto in grado di ospitare voli internazionali.
La città si sviluppa su un pendio montuoso che sfocia nel mare e questo sarà ben apprezzabile dovendo recarsi al campeggio posto in cima ad una salita decisamente impegnativa. Tuttavia anche all'affaticato cicloviaggiatore consiglio una visita tra le sue vie con i simpatici semafori e la parte storica lungo il fiordo con le sua case-museo tipiche.
La tratta Arkureyri - Goðafoss, con la recente apertura di un nuovo tunnel (vietato alle biciclette) ha tolto molto del traffico sulla vecchia strada (ora rinominata 84), che con uno srappo abbastanza impegnativo porta fino a quasi 500 m di quota, questo tratto è spesso battuto spesso da un vento da Nord che può essere molto impegnativo. In caso di condizioni avverse mi sentirei di consigliare senza scandalo di usufruire della Straeto con la linea 56 (utilizzabile fino al Myvatn), ma questo sta alla coscienza individuale.
Questa cascata è sicuramente una tappa obbligata, non è imponente come altre, ma il suo salto di poco più di 10 metri forma un ferro di cavallo molto bello da vedere. La cascata è visitabile da entrambi i lati in brevissimo tempo grazie ad un ponticello pedonale situato a poca distanza. Poco a valle della cascata principale si trova una seconda cascata, meno spettacolare, ma molto impetuosa.
Il nome di questa cascata, "Cascata degli dei" deriva da un'antica leggenda risalente all'anno 1000 in cui il Lögsögumaður Þorgeir Ljósvetningagoði, dopo aver compiuto la conversione dal Cristianesimo abbia buttato nella cascata gli idoli delle loro divinità, tanto che i tre settori principali della cascata vengono chiamati come i tre dei della mitologia norrena Odino, Thor e Freyr.
Ancora una salita un po' ripida ed una successiva discesa fino ad arrivare al fondo valle dove si trova l'abitato di Laugar.
Qua sono presenti due campeggi una piscina e alcune strutture ricettive
Poco dopo essere partiti ancora una salita occorre affrontare, con tratti un po' ripidi, poi finalmente pianuta. abbandonata la deviazione della Ringroad che affronta il lago in senso orario (possibile variante, leggermente più corta, ma più trafficata e meno interessante) raggiungendo le sue sponde.
Il lago, il quarto in dimensione in Islanda, si è formato per lo sbarramento del fiume Laxá durante una delle tante eruzioni vulcaniche della zona, trovandosi il lago in piena frattura della Dorsale Medio Atlantica.
Ad un certo punto si troverà al lato della strada un percorso ciclabile che permette di godersi il panorama sul lago pedalando piacevolmente. (attualmente, 2024 in estensione).
Questo tratto offre molti spunti interessanti, per questo motivo, malgrado la brevità di questa tappa, si consiglia di partire presto per avere tempo per godersi le varie attrattive.
Iniziamo da questo luogo, una piccola penisola costellata da piccoli crateri ricoperti dal classico muschio islandese. Nella realtà non sono crateri, bensì pseudo-crateri. Essi non hanno mai eruttato lava, ma sono il risultato di enormi bolle di vapore provocate dal violento incontro tra la lava e l'acqua del lago.
Dopo una sosta per sgranchirsi un po' le gambe (ed il fondoschiena) si può proseguire per circa 5-6 km dove inizia tutta una serie di percorsi che si snodano tra piccoli promontori di lava che si insinuano nel lago, regalando scenari davvero incantevoli con torrioni di lava che emergono dal lago.
In estate i famosi moscerini che danno il nome al lago in questo punto danno il meglio di se stessi, non pungono, ma sono piuttosto molesti... ma il luogo è bello e i moscerini se ne faranno una ragione.
Poco dopo una strada asfaltata sulla destra porta, con qualche strappetto, al Dimmu Borgir, In questo luogo è possibile fare una bella passeggiata tra le grandi strutture laviche che hanno fatto da sfondo in diversi famosi film e serie televisive. Da questo punto con un bel trek di circa 1h si può direttamente raggiungere la vetta del Hverfjall, il grigio cratere di notevoli dimensioni ben visibile un po' da tutto il lago.
Lo stesso lo si può salire tornando sulla strada 848 per prendere la strada sulla destra che punta direttamente al grande cono del vulcano. La salita, ripida, ma breve porta al vastissimo cratere da cui si gode una vista unica su tutta al zona.
Dopo tanto pedalare eccoci finalmente alla zona dei campeggi, dove prendere riposo. Di campeggi ce ne sono attualmente tre. Il primo si trova sulla destra, a circa 2 km dal centro abitato. È il classico campeggio islandese, ben tenuto e gradevole.
Il secondo è ubicato proprio nel paese, in posizione magnifica sulla riva del lago. Come campeggio è il più bello della zona, ma ha solo il grande difetto (grandissimo per i ciclisti) di non dare la possibilità di caricare le batterie se non a pagamento. (nel precedente si trovano delle prese libere nei bagni).
Il terzo si trova più a Nord, nei pressi dell'aeroporto, visto dall'esterno sembra gradevole, ma non ho mai avuto il piacere di utilizzarlo.
Imboccando la ringroad in direzione Est, non lontano dall'abitato tramite la strada 860 che conduce a Grjótagjá, una suggestiva caverna generata da una lunga frattura nella crosta lavica che ospita un lago termale dalle acque azzurre, ad oggi la temperatura sfiora i 50°C e quindi troppo calda per essere balneabile, ma nel passato è stato un luogo termale molto noto. Pochi metri più avanti una seconda caverna recentemente chiusa da un cancello metallico.
Proseguendo dal lago sulla Ringroad verso Est apparirà subito all'orizzonte una collina rossastra alta circa 200 metri che purtroppo andrà superata passando quasi dalla sua sommità. Seppur breve la pendenza è impegnativa (10%) . Si passa intorno ad delle vasche di sfogo delle centrali geotermiche con dei laghi dal colore turchese intensissimo, (deviazione per Myvatn nature bath, una sorta di piccola Blue Lagoon, per poi passare tra le colline di argilla rossastra. Dal punto culminante, prima di lanciarsi in una ripida discesa si potrà ammirare il bellissimo panorama sul lago Myvatn e le montagne limitrofe.
Al termine della discesa si trova l'area geotermale di Hverir dove con una breve pausa si potranno ammirare interessanti manifestazioni geotermali quali pozze di fango e potenti fumarole. Attenzione a camminare nei sentieri segnati, uscendo anche di poco dal percorso causarà una giornata pedalando con due blocchi di cemento attaccati alle scarpe.
Successivamente a questa tappa si incontra sulla sinistra la deviazione per Krafla, un'area vulcanica recentemente attiva (ultima eruzione 1984) con interessanti brevi percorsi escursionistici. Si raggiunge in 9 Km di strada asfaltata con circa 200 metri di dislivello concentrati in un paio di strappi ripidi. Consiglio questa visita se si pianifica (consigliabilissimo) una giornata stanziale al lago.
Questa zona è il naturale punto tappa per poi affrontare il "Selvaggio Est" che descriverò poi...