L'Islanda è la terra delle spiagge nere, Vik, Jokulsarlon per fare degli esempi illustri. Ma l'eccezione che conferma la regola si ha soprattutto nella zona Nord-Ovest dove si possono trovare bellissime spiagge di sabbia color oro che con la giusta luce brillano meravigliosamente. Rauðisandur è una di queste.
Dove dormire
Flókalundur: Il più vicino al traghetto (solo 7 Km) e sulla confluenza tra la strada 60 e 62, dotato di servizi igienici, docce e sala comune (mi pare anche i fornelli... ma non ne sono certissimo)
Melanes (Rauðasandi): Posto a Est della spiaggia di Rauðisandur è un bel campeggio ottimamente equipaggiato con servizi igienici, docce e sala comune con cucina.
Patreksfjörður: Posto proprio in fondo al paese, è un bel campeggio ottimamente equipaggiato con servizi igienici, docce e sala comune con cucina.
Tálknafjörður: Non mi sono mai fermato, ma sulla carta sembra un campeggio ottimo, dotato di servizi igienici docce. Non è specificato se c'è la cucina, ma è indicato il barbecue!
Bíldudalur: È il più essenziale della zona, dispone solo di servizi igienici senza acqua calda.
Dynjandi: Non è un vero e proprio campeggio, i servizi igienici sono quelli pubblici del parcheggio e il posizionamento della tenda nel prato è ammesso SOLO per escursionisti e ciclisti.
La zona è raggiungibile in due modi:
La partenza è situata sempre dalla località di Flokalundur dove è presente un campeggio, l'unico della costa sud e posto a 8 chilometri dall'arrivo del traghetto da Stykkishólmur. A direi il vero non è molto più di un ristorante con vicino il campeggio e il bivio tra la strada 60 e 62. Anzi no, di assai interessante c'è Hellulaug una piccola "hot-pot" geotermale posta proprio in riva al mare. Può contenere una decina di persone ed è profonda fino ad un metro. La vista dalla piscinetta è splendida e in caso di alta marea si può passare con due passi dall'acqua bollente al gelido mare. L'accesso è libero, non ci sono però strutture quali spogliatoi o servizi oltre ad un piccolo muretto a secco un po' nascosto e riparato dal vento.
La prima parte della strada è una lunga pedalata in bella vista del mare, si superano ampie aree coltivate e lunghe spiagge dalla sabbia color oro. Dopo circa 20 km, con una breve deviazione, si può toccare la Birkimelur Swimming Pool. Questa è un'antica piscina geotermale islandese con annessa una graziosa hot pot vista mare, utile per una pausa rigenerante soprattutto al ritorno.
Dopo una qundicina di chilometri siamo ai piedi della prima salita di giornata, 5 chilometri per superare un dislivello di circa 400 m. Il fondo è di asfalto ottimo, ma le pendenze sono costanti per tutta la salita. Giunti al culmine, non rimane altro che una breve e ripida discesa che con due larghi tornanti riporta al livello del mare.
Ora ci si trova ad un bivio, proseguendo diritti sulla 62 si raggiunge con un po' di saliscendi l'abitato di Patreksfjörður, mentre a sinistra sulla strada 612 si può proseguire verso Látrabjarg, la punta estrema del Westfjords meridionali.
Dopo pochi chilometri si supera Garðar, la località dove è sito il relitto del peschereccio BA 64 qua arenato volontariamente dagli anni 80 e rimasto come monumento e apprezzato soggetto fotografico. Quattro chilometri più avanti ci so trova al bivio con la strada 614 per Rauðasandur, meta di questa tappa. Sono passati circa 60 chilometri dalla partenza e ora arriva il tratto più impegnativo.
La strada si fa sterrata e ripidamente (tratti superiori al 10%) fino ad un tratto pianeggiante prima dell culmine.
Da questo punto volendo (e cosiglio) possiamo salire per prati pietraie e muschi sulla destra in direzione della costiera che precipita sulla spiaggia. In circa 30 minuti lo si raggiunge. La vista è splendida, soprattutto con la marea prossima al minimo.
E ancora una volta, la quota guadagnata andrà persa in una ripida discesa fino alla spiaggia di Rauðasandur. Questa discesa è piuttosto impegnativa, soprattutto se carichi e va affrontata con cautela (anche se si viaggia su un mezzo motorizzato). è ripida fino al 14% (ricordarsene per il ritorno) e molti tornanti sono aerei. Al termine della discesa a sinistra si potrà arrivare al culmine occidentale della spiaggia, mentre a sinistra a Melanes, sove si potrà camminare più agevolmente sulla spiaggia dalla sabbia color oro/rosso e dove è presente il campeggio.
Il consiglio è di giungere (possibilmente) quando la marea è in ritiro, si potrà così camminare sulla spiaggia e vedere i rivoli di acqua verde/azzurra scorrere dalle piccole lagune che si formano con la marea.
Il rientro dalla spiaggia si fa sentire ed è il tratto più faticoso di tutta la salita. Si ripercorre la stessa strada dell'andata riprendendo la 612 e ritornando sulla principale 62.
A questo punto bisogna andare a sinistra per percorrere la parte opposta del fiordo con un po' di saliscendi, ma senza dislivelli particolarmente marcati fino a Patreksfjörður, principale centro della zona. Questo può essere un buon punto tappa se si optasse per evitare la spiaggia.
Dal paese si prosegue sulla strada 63 che sale ripidamente fino ad un primo passo di 369 metri, per poi ridiscendere nello stretto fiordo Tálknafjörður (campeggio) e risalire immediatamente fino a 500 metri e nuovamente ridiscendere giungendo al paese di Bíldudalur, dove proprio in riva al mare è situato il campeggio.
Questa tappa seppur di chilometraggio ridotto ed in gran parte asfaltata, risulta molto impegnativa per i grandi dislivelli e le pendenze da non sottovalutare.
La prima parte della strada è un magnifico percorso lungo il mare seguendo l'andamento del fiordo Suðurfirðir, che qua appare come se fosse un grande lago. La strada diventa rapidamente sterrata, e dal fondo spesso un po' "bucherellato". dopo poco meno di 20 chilometri si raggiunge la bellissima Reykjafjarðarlaug Hot Pool, una antica piscina seminaturale con una bella vista sul fiordo.
Giusto il tempo di asciugarsi per bene e doppiare un promontorio e la salita non tarda a farsi sentire. Abbastanza ripida, ma con un fondo abbastanza buono si raggiunge l'altopiano a quota 468 m dove si riprende la strada 60 (è possibile che oggi questo punto sia asfaltato). Da qua inizia un suggestivo tratto in discesa a mezza costa sulla montagna con una magnifica vista sul fiordo. In questo punto il fondo stradale di fa più brutto e sassoso, inoltre spesso si possono trovare nubi e nebbia provenienti dal mare. Si perdono circa 150/200 metri che si recuperano abbastanza rapidamente per raggiungere l'altopiano Dynjandisheið a quota 500 metri che sarà il punto massimo della giornata. Un primo tratto in discesa porta ad un'area pianeggiante costellata di laghetti e chiazze di neve perenni, poi una discesa più decisa su fondo rosso, ma compatto porta al fiordo Borgarfjörður dove, svoltando a sinistra si raggiunge brevemente la cascata Dynjandi già ben visibile dall'ultimo tratto di strada.
l'acqua appare dalla sommità della parete e scende con una sequenza di piccoli salti per un centinaio di metri. Al termine della cascata principale in fiume ridiscende ancora per un centinaio di metri effettuando numerosi altri salti di varia altezza fino al mare.
Esiste un sentiero che porta facilmente fino al termine del primo salto con una suggestiva vista sia sulla cascata che sul fiordo. La cascata è particolarmente interessante al tramonto quando è illuminata direttamente dagli ultimi raggi solari.
Al parcheggiò è presente un'area pik-nik dove è possibile pernottare, questo permesso è concesso solo ad escursionisti e ciclisti.
Questo tratto permette di rientrare verso il traghetto evitando di proseguire verso Nord, ma può anche essere un'alternativa per una più sbrigativa salita verso Ísafjörður evitando il giro per Patreksfjörður.
Si ripercorre la precedente tappa fino al bivio con la 63. A questo punto si scende ripidamente (fino al 14%) proseguendo lungo la 60 fino a Flókalundur dove ha avuto inizio questo percorso ad anello. con ancora 7 chilometri in pianura si raggiunge Brjánslækur e il traghetto per Stykkishólmur
Con l'apertura nel 2023 del nuovo tunnell il proseguimento da Dynjandi a Ísafjörður si è ridotto a 63 chilometri e 1000 metri di dislivello, togliendo il passo più compresso di 626 metri per raggiungere Þingeyri (comunque ancora percorribile, strada 626)
Il tratto Patreksfjörður - Brjánslækur - Ísafjörður è servito dalla linea 62 (Bus A) che su prenotazione effettua anche il servizio biciclette nel periodo estivo. Non ho mai preso questo pullman, quindi le mie informazioni sono solo riportate dal sito Straeto