L'anello che unisce uno dei laghi più famosi, la cascata più poderosa e il luogo principe dell'avvistamento delle balene non può essere escluso a priori. Anche ciclisticamente è molto bello e con le varianti proposte ricco di ingaggio per tutti i gusti. Inoltre può essere ben concatenato ad altri itinerai per proseguire la cicloesplorazione dell'isola
L'itinerario ha inizio da Reykjahlid, centro principale a Est del Myvatn. Si inizia percorrendo la ringroad in direzione Egilstadir per circa 26 Km dal Myvatn superando subito il ripido Namafjall (salita e successiva discesa al 10%) per poi proseguire con dislivello minimo fino a raggiungere il bivio per Dettfoss. La strada 862 fino alla famosa cascata è un bel tracciato recentemente risistemato, non ci sono particolari attrattive, ma tutto il persorso desertico è affascinante e catturerà sicuramente l'attenzione. attenzione al vento, che spesso soffia poderoso da Nord.
Dopo circa 25 Km sulla strada 862 si giunge al bivio per la Cascata Dettifoss. Questa non è visibile dalla strada, ma lo è sicuramente la grande nube che si alza dal canyon e che suggerisce la mole mastodontica del salto d'acqua.
Una discesa abbastanza ripida porta al parcheggio, dove con una camminata di circa 15 minuti si raggiunge il salto d'acqua di Dettifoss che è la maggiore cascata islandese per portata d'acqua, nonché la maggiore in Europa. Il salto del fiume Jökulsá á Fjöllum è di soli 45 metri, ma la sua larghezza di oltre 100m che sembrano quasi tagliati perfettamente allineati e la sua portata che può raggiungere i 500 metri cubi di acqua al secondo non lasciano indifferenti.
Si può raggiungere un primo punto panoramico rialzato dove si vede la cascata ed il canyon nella loro intierezza, mentre, nel periodo estivo, è anche possibile avvicinarsi al suo salto per goderne da vicino la sua imponenza e "sentirne" il suo umido soffio.
Seicentro metri più a monte, tramite un sentiero che si stacca dalla traccia precedentemente percorsa, si raggiunge la cascata di Selfoss (da non confondersi con l'omonima cittadina del Sud... cosa non infrequente) che ha una portata d'acqua analoga, ma un salto meno imponente, ma la sua forma marcatamente a V la rende completamente differente dalla precedente.
Tornati sulla strada principale, proseguendo sempre verso Nord si passa nei pressi du una terza casata, Hafragilsfoss, che volendo può essere nuovamente raggiunta con un sentiero che scende ripido nel canyon.
La strada ora prosegue tenendosi ad una cerca distanza dal fiume salendo leggermente per poi iniziare a scendere nuovamente. Dopo circa 20 Km una deviazione permette di raggiungere tramite "l'infame" ripidissima discesa sterrata che porta al fondo del canyon di Hljóðaklettar. Qua si trova un campeggio vicino al fiume, in un luogo estremamente selvaggio (attenzione, nessuna copertura telefonica).
Da questo punto si diramano innumerevoli sentieri che permettono di passare lungo il fiume tra formazioni di basalto di notevoli dimensioni, tra cui Kirkjan, il resto di una galleria vulcanica che ha l'aspetto della navata di una Chiesa (analoga a Dimmuborgir).
Il percorso classico di circa 1h a/r termina con la salita alla Rauðhólar, il resto di una bocca vulcanica composta da argilla di un rosso intenso.
Tornati sulla strada principale (non dopo aver risalito "l'infame" salita), ci si riavvicina alle pianure costiere raggiungendo la strada 85 proprio all'imboccatura di un gigantesco canyon. Si tratta di Asbyrgi, una grandissima depressione dovuta ad un'antica alluvione di dimensioni catastrofiche che ha lasciato una lunghissima parete rocciosa lunga quasi 20 km e alta fino a 100 metri.
All'interno di questa depressione si trova un fitto bosco, protetto dai venti artici, è anche presente un bel campeggio che se siete arrivati in bicicletta dal Myvatn vi farà dire "finalmente".
Ad Asbyrgi ci sono diversi itinerari che meritano di essere percorsi, si può facilmente proseguire sulla strada 861 fino al suo termine sul fondo del canyon per ammirare l'alta parete rocciosa sovrastante. Oppure con un percorso non troppo lungo si potrà risalire lo sperone roccioso che quasi come un'isola si erge al centro della depresione. Ma il percorso più meritevole (anche se purtroppo non ho avuto modo di percorrerlo) è quello che porta al punto più meridionale, alla sommità della bastionata rocciosa, da cui si può godere tutta la magnificenza del luogo.
Si tratta della variante alla tappa precedente, che ridiscende il fiume Jökulsá á Fjöllum sulla sponda destra. La strada è sterrata e quindi più impegnativa della precedente, ma la vista sulla cascata a parere di molti più bella e sicuramente più selvaggia.
Seguendo l'itinerario precedente, si supera il bivio con la strada 862 e si prosegue per 11 Km superando il ponte sul Jökulsá á Fjöllum, poco dopo a sinistra si abbandona l'asfalto per immettresi sulla 864. Quasi subito si incontra il campeggio di Grímstunga che può essere un ottimo punto d'appoggio per spezzare in due la tappa.
Da qua la 864 prosegue lineare, non ci sono grandi dislivelli se non i classici saliscendi islandesi fino al bivio con la strada che brevemente (ma intensamente) porta a Dettifoss.(circa 30 km dal bivio).
Da qua la strada iniszia a scendere più decisamente per 25 Km fino a ricongiungerti alla strada 85 e brevemente a Ásbyrgi
Si percorre tutta la costa Nord in derezione Ovest (quindi in direzione di Akureyri) per 60 km. La prima parte è nell'entroterra e quasi completamente pianeggiante, raggiunta la costa il percorso si farà sempre più movimentato con salite e discese non troppo lunghe, ma talvolta abbastanza ripide. la punta della penisola di Tjörnes offre un suggestivo panorama, ma è anche molto esposta ai venti. La strada è sempre ottima, abbastanza larga e con un traffico non eccessivo.
Poco dopo il punto più settentrionale, nella località Mánárbakki si incontra il campeggio 66.12 NORTH posto il splendida posizione sul mare.
Si gira verso Sud sempre con percordo ondulato, ma sempre meno impegnativo fino ad arrivare all'ultimo lungo rettilineo, con ovviamente l'ultima ripida salita che da l'accesso al paese con il campeggio visibile sulla sinistra poco dopo aver scollinato e prima dei campi sportivi.
Il paese dispone di tutti i generi di conforto, supermercati (a circa 1,5 km dal campeggio) e ovviamente la piscina.
Uno dei luoghi più fotografati è senza dubbio la Chiesa, con un'architettura più simile ad una villetta che alle classiche costruzioni religiose islandesi. A poca distanza dal campeggio merita una visita il faro, non tanto per la sua architettura a mio avviso un po' poco aggraziata, ma per il bellissimo panorama che si vede sul fiordo, soprattutto al tramonto.
Un altro luogo che merita menzione per la particolarità è il Museo dell'Esplorazione ed il Museo delle Balene dedicata alla storia dell'espolorazione umana e che si rifà all'episodio negli anni 60 in cui gli astronauti delle missioni Apollo vennero in Islanda per allenarsi in un suolo molto simile alla Luna.
La Kísilvegurè, secondo me, una delle più belle islandesi. Percorre l'altopiano con continue ondulazioni (alcune abbastanza marcate) con un percorso a tratti quasi rettilineo che offre scorci notevoli. Percorsa dal Myvatn a tratti è spettacolare con sullo sfondo le montagne, spesso innevate, della penisola Fjörður. Mentre
se percorsa da Húsavík a far da panorama saranno le montagne delle Highlands.
Da Húsavík si prosegue sulla 85 verso Sud. Dopo circa 4 Km, nei pressi si un bivio sulla destra, si può fare una pausa (un po' presto... ma meritevole). Tra gli alberi si può scorgere un ponticello di legno rosso che da accesso ad un lago. Si tratta del Geothermal Goldfish Pond, un lago sorgivo con acqua geotermale. Non è particolarmente bollente, ma in una bella giornata mite è un bel diversivo, magari appena essere arrivati a Husavik. Una delle caratteristiche di questo lago è la fauna ittica che lo abita, composta da pesci rossi. Non infrequentemente si possono trovare famiglie o scolaresche intenti alla caccia di questo isolito, per le regioni artiche, pesce.
Ripresa la strada la si segue per 9 Km (da Husavik) per abbandonarla andando a sinistra per la strada 87. La strada inizia a salire non troppo ripida fino a raggiungere il Langavatn posto a 30 Km dal bivio. Da qua si ha uno strappo più sostenuto fino all'altopiano che si segue con numerosi saliscendi. In ultimo, si riprenderà a scendere con ormai il lago in vista, raggiungendo la Ringroad e poco dopo Reykjahlid.
Questo itinerario è il più sbrigativo per tornare sulla Ringroad, è utile se si prevede di spostarsi successivamente in bus, oppure se è previsto l'arrivo di maltempo e ci si vuole avvicinare alla strada principale. È breve e ha pochissimi dislivelli, perciò può anche essere concatenato con la Tappa 2 qua proposta per accorciare il giro rimanendo sui 100 Km
Da Húsavík si percorre la strada 85 verso sud con qualche salita e discesa non particolarmente impegnativa. Dopo 9 Km si lascia a sinistra la biforcazione dell'itinerario precedente del Kísilvegur e si prosegue costeggiando l'aeroporto per 10 Km dove la strada 85 piega a destra andando verso il Ljósavatn e sempre la Ringroad (Possibile anche questa opzone un po' più lunga che si tiene più a Ovest).
Si prende la 845 che con percorso in falsopiano tra prati e corsi d'acqua conduce alla Ringroad. Una volta raggiunta, se la meta è il campeggio, la si percorre in direzione Est (Myvatn, Egilsstaðir) per circa 3 Km, deviando a destra scendendo rapidamente al campo sportivo prima della piscina dove è posto il campeggio. La fermata della linea Straeto 56 si trova nei pressi della stazione di servizio al bivio per il campeggio. a questo punto ci si riunisce con l'itinerario proveniente da Akureyri